Le marcite sono prati appositamente allagati in inverno, in cui la circolazione dell’acqua permette la crescita del foraggio anche nella stagione più fredda, garantendo un raccolto altrimenti impossibile.

Molti di questi agroecosistemi non venivano più gestiti da anni con le modalità della sommersione invernale in quanto questa richiede tempi e modalità di lavoro aggiuntivi ed onerosi per la gestione e manutenzione della rete di fossi e canali.
Tuttavia questa tecnica si sta rivelando molto interessante in un’ottica di sostenibilità sociale, economica ed ambientale a lungo termine, soprattutto dopo la presa di coscienza dei limiti dell’agricoltura industriale.

Marcite di Morimondo

Oltre alla produzione agricola, le marcite offrono alimentazione e rifugio a specie che altrimenti farebbero fatica a trovare alimento sui suoli ghiacciati, mentre nei periodi privamerili ed autunnali la presenza di zone umide esercita una forte attrazione per l’avifauna durante il passo; inoltre questi ambienti vanno anche considerati ricchi serbatoi di biodiverisàt per la presenza di anfibi ed insetti.

I monitoraggi hanno dimostrato che le marcite favoriscono un incremente della biodiversità: ben 23 specie di uccelli di interesse comunitario hanno sostato e si sono alimentati nei prati marcitori nel periodo preso in esame.

I metodi di agricoltura conservativa – basi cioè sulla logica di tutela degli equilibri ecosistemici e quindi di tutela della diversità biologica, sono condizione necessaria per garantire una maggiore resilienza – ovvero una maggiore capacità dei sistemi di rispondere ai cambiametni delle condizioni ambientali, oggi alterati soprattutto dlle attività dell’uomo.

Con questo orizzonte le marcite vanno considerate sia fonte di biodiversità che fonte di foraggio fresco: una soluzione alle necessità di conservazione della biodiversità ed all’uso sostenibile delle risorse.

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